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AFRICA 17/2/2006
La corruzione in Nigeria e nel resto dell’Africa costa 148 miliardi di dollari all’anno, pari al 25% del prodotto interno lordo (Pil) dell’intero continente: lo ha detto oggi il presidente nigeriano Olusegun Obasanjo, spiegando che queste cifre sono indicate dall’Unione Africana (Ua). “Il popolare paradosso della ‘povertà nel mezzo dell’abbondanza’ è un’esperienza quotidiana in molti Paesi ricchi di petrolio, gas e minerali” ha detto Obasanjo – fino a poche settimane fa presidente dell’Ua – parlando ai delegati dell’‘Iniziativa per la trasparenza dell’industria estrattiva’ (Eiti) riuniti ad Aguja. La Nigeria, tra l’altro, è un esempio di Paese ricco di risorse: il ‘tesoro’ petrolifero – con circa 2,6 milioni di barili estratti al giorno – non si è ancora trasformato in un effettivo miglioramento delle condizioni di vita per i suoi oltre 125 milioni di abitanti. “In questi Paesi – ha proseguito Obasanjo – la maggior parte dei cittadini non ha ancora accesso alle strutture sanitarie e scolastiche di base”. L’iniziativa per la trasparenza dell’Eiti ha l’obiettivo di convincere i governi a rendere pubblica la gestione delle risorse petrolifere; la Nigeria vi ha aderito nel 2003. “Cittadini disonesti – ha concluso il presidente – saccheggiano le nostre risorse e incanalano i profitti nelle banche occidentali con l’appoggio del sistema economico dei Paesi ricchi”. La società civile, ha poi aggiunto, può avere un ruolo complementare nella lotta contro la corruzione.
[EB]
Fonte Misna
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