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AFRICA 27/1/2006
Grazie alla stabilità raggiunta da alcuni paesi del continente come Liberia, Burundi e Sudan, l’Africa ha registrato nel 2005 una crescita economica media superiore al 5%, anche grazie all’aumento del prezzo del petrolio. Lo documenta un rapporto dell’Onu su “Situazione economica e prospettive mondiali 2006”, presentato a Johannesburg. Nell’anno appena iniziato, il continente dovrebbe registrare una crescita del 5,4%; un fatto che tiene conto anche dell’aumento del greggio che, nel 2005, ha subito un’impennata del 40%. Questo ha rappresentato “una fortuna per i paesi produttori di greggio, ma ha anche creato una pressione inflazionistica altrove”, si legge nel documento. Di fronte alla forte crescita registrata dai paesi produttori di ‘oro nero’ come Nigeria (2,6 milioni di barili al giorno), Angola e Ciad, il rapporto sottolinea che “la situazione dei paesi esportatori è piuttosto decadente”: di fatto gli introiti petroliferi non hanno portato a un diffuso miglioramento delle condizioni di vita della popolazione. Malgrado una crescita degli investimenti stranieri – passati secondo il rapporto da 18 miliardi di dollari nel 2003 e 2004 a 30 miliardi di dollari l’anno scorso - uno dei problemi maggiori economici del continente resta il settore manifatturiero, che ha accumulato grosse perdite dopo l’accordo nel ramo tessile che ha favorito la concorrenza asiatica. “L’Africa ha delle sfide davanti a se che l’attendono – ha detto Charlotte Dutoit, docente dell’Università di Pretoria, presentando il rapporto. “È necessario attuare politiche innovative: i paesi africani devono cominciare a investire nei settori più produttivi e differenziarsi nel settore non petroliero”.[CO]
Fonte Misna
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